
Testo tratto da: CAVALCANTI A. M.; OLIVEIRA A. C. L. (a cura di) Autocura supportata: manuale per il professionista della salute. Curitiba: Segreteria Municipale della Salute, 2012. pp. 09-15.
“La motivazione è uno stato di prontezza al cambiamento o di desiderio intenso di cambiamento, che può oscillare nel tempo o da una situazione all’altra. È anche uno stato che può essere influenzato.” William R. Miller
Secondo il senso comune, le persone o vogliono cambiare o non vogliono cambiare, come se la motivazione al cambiamento fosse uno stato definitivo e immutabile. Tuttavia, Prochaska e Di Clemente (1982) hanno sviluppato un modello transteorico che descrive il cambiamento come un processo vissuto in diverse fasi di motivazione e prontezza. Essendo un processo, è dinamico, si modifica nel tempo e in circostanze differenti. La motivazione, pertanto, è uno stato interno di disposizione al cambiamento e subisce l’influenza di fattori esterni.
Gli interventi del team sanitario sono più efficaci quando si considera la fase del cambiamento in cui si trova la persona. Riconoscerla è importante per scegliere le strategie d’azione più adeguate, cioè quelle che favoriscono il passaggio da una fase all’altra o il mantenimento dei cambiamenti già realizzati.
FASI DI MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO
Nel 1982, Prochaska e Di Clemente hanno descritto cinque diverse fasi motivazionali per il cambiamento comportamentale: pre-contemplazione, contemplazione, preparazione, azione e mantenimento. Di seguito verranno esposte le loro caratteristiche.
PRE-CONTEMPLAZIONE / PRE-PONDERAZIONE
In questa fase la persona non pensa sistematicamente al cambiamento e non è pronta a cambiare. Il suo comportamento non è percepito come un problema o un rischio, anche quando gli altri lo vedono così. Spesso la ricerca del servizio sanitario avviene per insistenza di un familiare o per altri motivi.
Riguardo al comportamento da modificare, la persona può presentarsi ostile (non vuole investire nel cambiamento o parlare dell’argomento), rassegnata (ha rinunciato alla possibilità di cambiare e sembra sopraffatta dal problema) o razionalizzante (discute dei rischi personali o giustifica perché il problema non è un problema).
In questa fase, il ruolo del professionista sanitario è di esplorare le concezioni della persona riguardo al comportamento attuale, eventuali preoccupazioni rispetto ai rischi assunti, pensieri sulla possibilità di cambiare. Man mano che la persona amplifica i suoi dubbi e le sue preoccupazioni sul comportamento, la possibilità di passare a una fase successiva aumenta. L’obiettivo è che la persona inizi a considerare con più intensità e frequenza il cambiamento.
Nel processo di cambiamento, l’approccio utilizzato dal team sanitario deve basarsi sull’Intervista Motivazionale, soprattutto in questa fase in cui atteggiamenti come cercare di convincere, persuadere o confrontare tendono ad aumentare la resistenza e a diminuire la probabilità che la persona decida di cambiare.
CONTEMPLAZIONE / PONDERAZIONE: PENSARE AL CAMBIAMENTO
È una fase molto paradossale, caratterizzata soprattutto dall’ambivalenza. Pur essendo consapevole dei rischi e dei problemi derivanti dal comportamento, la persona desidera cambiare, ma non in questo momento. Per via dell’ambivalenza, può diventare un “contemplatore cronico”, cioè pensa sistematicamente all’importanza di cambiare, ma non agisce per concretizzare il desiderio. In questa fase c’è apertura alla possibilità di cambiare, e la persona trova sia motivi per cambiare sia per giustificare che questo non sia il momento giusto.
Il professionista deve offrire informazioni e ritorni rilevanti, fare considerazioni e accentuare il lato positivo del cambiamento comportamentale. Più le ragioni sono specifiche e personali, più efficace sarà il processo decisionale verso un comportamento più sano. Per questo, approcci motivazionali possono facilitare il passaggio dalla ponderazione alla decisione, dato che ponderare non significa impegnarsi.
Tecniche come la bilancia decisoria, che valutano i pro e i contro del comportamento problema e i pro e i contro del cambiamento, sono le più indicate.
PREPARAZIONE / DETERMINAZIONE: PREPARARSI AL CAMBIAMENTO
Nella fase di preparazione, l’ambivalenza diminuisce e sia il desiderio di cambiare in questo momento sia il comportamento a tal fine sono presenti. La persona sembra pronta a impegnarsi nell’azione, ma ciò non significa che tutta l’ambivalenza sia risolta. Il processo decisionale continua per tutta la fase.
Si consiglia che il team sanitario valuti la forza e i livelli di impegno mostrati dalla persona. Inoltre, è necessario elaborare un piano d’azione specifico, con obiettivi delineati collaborativamente. In questa fase è importante far riflettere la persona su future difficoltà e anticipare i problemi. Impegno senza le abilità necessarie per affrontare la quotidianità, raggiungere gli obiettivi e superare gli ostacoli può portare a un piano d’azione fragile.
AZIONE: REALIZZARE IL CAMBIAMENTO
L’azione è la fase in cui la persona si impegna nel cambiamento comportamentale e assume atteggiamenti specifici per raggiungerlo. Questo processo è spesso riconosciuto da familiari e amici. Il professionista deve aiutarla a indirizzare il cambiamento, offrire informazioni su vari modelli (opzioni) di successo e aumentare la sua autoefficacia (senso di valore personale, adeguatezza, efficacia e competenza nell’affrontare i problemi). Per questo, è importante valorizzare le attività riuscite e riaffermare costantemente le sue decisioni.
Una elevata autoefficacia è correlata a maggiore perseveranza e motivazione di fronte agli ostacoli, influenzando direttamente le scelte delle persone.
Nei livelli di pre-contemplazione e contemplazione, la tecnica dei cinque “R” guida l’intervento del team sanitario, aumentando la possibilità che la persona consideri il cambiamento e progredisca nelle fasi successive.
TECNICA DEI CINQUE “R”
INTERVENZIONE
TECNICA
RILEVANZA (RELEVANCE)
Incoraggia la persona a parlare della rilevanza del cambiare il comportamento target, in modo specifico. Dialogare sulle preoccupazioni riguardanti la salute, la storia clinica, le circostanze familiari e le esperienze precedenti ha un maggiore impatto.
RISCHI (RISKS)
Indaga sulle conseguenze negative del comportamento attuale a medio e lungo termine, e valorizza quelle di maggiore rilevanza per la persona.
RICOMPENSE (REWARDS)
Indaga sui possibili benefici derivanti dal cambiamento. Suggerisci e sottolinea quelli più rilevanti per la persona, come ad esempio miglioramento della salute, della forma fisica, dell’aspetto personale, dell’autostima; l’esempio per figli e familiari.
OSTACOLI (ROADBLOCKS)
Indaga sulle barriere e gli impedimenti al cambiamento e su come superarli applicando tecniche di problem solving e allenamento delle abilità. Motiva la ricerca di risorse personali e comunitarie.
RIPETIZIONE (REPETICION)
Ripeti l’intervento motivazionale in tutti gli incontri finché la persona non passa agli stadi successivi di motivazione al cambiamento. Per chi si è frustrato con esperienze precedenti, sottolinea che la maggior parte delle persone ha fatto diversi tentativi prima di riuscirci.
MANTENIMENTO: INTEGRAZIONE DEL CAMBIAMENTO NELLO STILE DI VITA
Sei mesi dopo l’adozione del nuovo comportamento, si può considerare la persona nella fase di mantenimento. La sfida in questa fase è persistere nel nuovo comportamento ed evitare o imparare a gestire eventuali scivoloni o ricadute. Le abilità e le strategie richieste ora sono diverse da quelle utilizzate nella preparazione e nell’azione.
Il ruolo del professionista sanitario è aiutare la persona a consolidare il processo, identificare e gestire scivoloni e ricadute e utilizzare strategie per prevenirli. Può essere frustrante per il team sanitario riconoscere che spesso la persona smette di cercare aiuto perché percepisce di stare facendo i cambiamenti da sola. È però importante sottolineare che questo è uno degli obiettivi principali del lavoro del team: rispettare l’autonomia della persona e rafforzare la fiducia in sé stessa per affrontare la vita quotidiana. Questo aumenterà la sua autoefficacia e indipendenza.
SCIVOLONI E RICADUTE
Gli scivoloni (lapsus) e le ricadute sono eventi previsti quando una persona cerca di cambiare un modello di comportamento consolidato, e sono considerati da alcuni autori come stadi del cambiamento. Gli scivoloni si caratterizzano per una ripresa automatica del comportamento problema, indicante una falla nel controllo personale, ma che non porta al ritorno completo al vecchio comportamento. Le ricadute, invece, sono ritorni al comportamento iniziale e spesso avvengono gradualmente, dopo uno scivolone iniziale.
Quando avviene uno scivolone o una ricaduta, l’autoefficacia si indebolisce e possono aumentare pensieri di colpa, fallimento o impotenza. La persona può sentirsi vergognosa e abbandonare il percorso di cambiamento. Anche il team sanitario può sperimentare pensieri e sentimenti simili quando affronta gli scivoloni o le ricadute della persona in cambiamento. Pensieri come “abbiamo fallito”, “non abbiamo saputo agire”, “lei non vuole davvero” o “è più forte di lei” possono emergere e devono essere rielaborati. Il dialogo tra i membri del team permette di mettere in discussione tali pensieri e di rielaborarli; si raccomanda la partecipazione dello psicologo in questo momento.
Tutti devono comprendere che scivoloni e ricadute fanno parte del processo, sono normali e frequenti. Sono opportunità di apprendimento per riconoscere situazioni-problema ed esercitarsi nell’elaborazione di nuovi piani d’azione più efficaci. Il ruolo del team è aiutare la persona che ha vissuto uno scivolone o una ricaduta a evitare scoraggiamento e demoralizzazione, così come a ricominciare a muoversi nel continuo del cambiamento, accompagnandola, rinnovando la sua determinazione, riprendendo l’azione e mantenendo gli sforzi.
Questo ricominciare non avviene necessariamente dal primo stadio, passando al secondo e così via. Il processo non è lineare, possono verificarsi numerose progressioni o regressioni. Una persona che era in mantenimento e ha avuto una ricaduta può ricominciare dall’azione e, dopo un’altra ricaduta, può regredire alla pre-contemplazione. Perciò, fino a raggiungere cambiamenti duraturi, la persona generalmente attraversa più volte i vari stadi, come se il processo fosse una spirale (Prochaska, DiClemente e Norcross; 1992).
Manutezione / Azione / Preparazione (20%)
Contemplazione (40%)
Precontemplazione (40%)

TERMINE
Quando la persona ha già integrato il cambiamento nel proprio stile di vita, si percepisce molto sicura nel mantenere il processo, non presenta scivolamenti frequenti e, quando questi si verificano, riprende naturalmente il percorso; si può considerare che il comportamento attuale sia duraturo e che il processo di cambiamento sia terminato. Il nuovo comportamento diventa lo standard e vengono assunti vari altri cambiamenti per preservarlo. Questa esperienza può essere utilizzata come esempio per illustrare il processo, valorizzare la conquista e motivare l’adozione di altri comportamenti ancora non assunti.
La tabella seguente riassume le fasi per il cambiamento comportamentale.
PROCESSO DI CAMBIAMENTO DEL COMPORTAMENTO
- Precontemplazione / preponderazione: non è pronto a cambiare, né ci pensa
- Contemplazione / ponderazione: pensa sia a cambiare sia a mantenere il comportamento attuale
- Preparazione / determinazione: si sta preparando a cambiare
- Azione: sta realizzando il cambiamento
- Mantenimento: sta integrando il cambiamento nel proprio stile di vita
- Scivolamenti e ricadute: ha cambiato ma è tornato al comportamento precedente in modo transitorio o permanente
La tabella seguente riassume le principali strategie che l’equipe sanitaria può utilizzare per supportare il processo di cambiamento in base alle fasi di motivazione.
QUADRO RIASSUNTIVO DELLE STRATEGIE PER IL CAMBIAMENTO
STADIO
STRATEGIE DEL PROFESSIONISTA
PRECONTEMPLAZIONE
Fornire informazioni; sollevare dubbi e porre domande; aumentare e rafforzare la percezione dei rischi e dei problemi derivanti dal comportamento attuale; evidenziare la discrepanza tra gli obiettivi personali e il comportamento; fornire risposta.
CONTEMPLAZIONE
Esplorare la divisione interna affinché la persona esca dallo stato di paralisi; evocare le ragioni per cambiare e i rischi legati al cambiare o non cambiare il comportamento target; fornire supporto; rafforzare l’autoefficacia per il cambiamento.
PREPARAZIONE
Aiutare nell’elaborazione e dettaglio di un piano d’azione – chiedere quando, come e dove intende realizzarlo, come si organizzerà, la data di inizio, gli obiettivi e le scadenze, gli ostacoli, chi o cosa aiuterà.
AZIONE
Seguire la realizzazione dei passi verso il cambiamento, valutare insieme il focus sul cambiamento, i risultati attuali, la necessità di adeguamento, la persistenza.
MANUTENIMENTO
Aiutare nell’identificazione dei benefici del comportamento assunto e nel valorizzare ciò che funziona; riconoscere le situazioni a rischio e le strategie di affrontamento; prevenire scivolamenti e ricadute.
SCIVOLAMENTI E RICADUTE
Aiutare la persona a rinnovare i processi di contemplazione, determinazione e azione, senza colpevolizzarsi, immobilizzarsi o demoralizzarsi. Valutare oggettivamente il fatto ed evocare l’apprendimento per prevenire e/o gestire future situazioni.